
Educare al Silenzio.
Restare in silenzio vuol dire saper stare nella modalità dell'”Essere”.
La nostra educazione non è basata su questo. Se durante le scuole elementari ci avessero insegnato, magari per mezzo di qualche semplice esercizio, che noi non siamo i nostri pensieri, che possiamo osservarli andare e venire senza attaccarci ad essi, senza identificarci con essi, oggi sarebbe tutto più facile.
Magari in quel momento non l’avremmo capito pienamente, perché troppo piccoli, ma poi crescendo ci sarebbe tornato in mente al momento giusto.
Allo stesso modo sarebbe utile imparare che il respiro è un nostro “fedele alleato”, può farci trovare la calma semplicemente “osservandolo” con la nostra attenzione.
Queste semplici cose insieme possono già essere l’inizio per capire che possiamo permetterci di essere semplicemente, che non dobbiamo necessariamente per avere un identità spendere tutto il tempo che abbiamo per agire, competere, vincere.
Non ce lo hanno insegnato da bambini, ecco perché ora ci risulta così difficile.
Ma non è mai troppo tardi. Si può sempre imparare per migliorare il modo in cui viviamo!
Ad esempio durante il laboratorio svolto pochi giorni fa, i partecipanti al gruppo hanno sperimentato per la prima volta che si può stare bene semplicemente ascoltando i pensieri, guardandoli da lontano e restando in un dolce silenzio.
Per condividere con voi l’atmosfera calda e rispettosa che c’è stata nel nostro gruppo, concludo con una poesia che parla di tutto questo.
Spero vi piaccia.
Dott.ssa Ivana Maltese
Restare in silenzio (Pablo Neruda)
Ora conteremo fino a dodici
e tutti resteremo fermi.
Una volta tanto sulla faccia della terra,
non parliamo in nessuna lingua;
fermiamoci un istante,
e non gesticoliamo tanto.
Che strano momento sarebbe
senza trambusto, senza motori;
tutti ci troveremmo assieme
in un improvvisa stravaganza.
Nel mare freddo il pescatore
non attenterebbe alle balene
e l’uomo che raccoglie il sale
non guarderebbe le sue mani offese.
Coloro che preparano nuove guerre,
guerre coi gas, guerre col fuoco,
vittorie senza sopravvissuti,
indosserebbero vesti pulite
per camminare coi loro fratelli
nell’ombra, senza far nulla.
Ciò che desidero non va confuso
con una totale inattività.
È della vita che si tratta;….
Se non fossimo così votati
a tenere la nostra vita in moto
e per una volta tanto non facessimo nulla,
forse un immenso silenzio interromperebbe la tristezza
di non riuscire mai a capirci
e di minacciarci con la morte.
Forse la terra ci può insegnare,
come quando tutto d’inverno sembra morto
e dopo si dimostra vivo.
Ora conterò fino a dodici
e voi starete zitti e io andrò via.
