Ti sarà sicuramente capitato di leggere un libro o di vedere un film e scoprire poco tempo dopo che molte informazioni sembrano misteriosamente svanite dal cervello.
Il nostro cervello per non sovraccaricarsi, preferisce lasciar andare alcune informazioni subito dopo averle apprese. D’altra parte se accumulassimo tutte le informazioni con cui entriamo in contatto ogni giorno della nostra vita dovremmo avere uno spazio di immagazzinamento infinito. Il cervello invece conserva solo ciò che ritiene utile per noi ( quello che ci ha emozionato o aiutato in qualche esperienza) o ciò che abbiamo appreso tramite la ripetizione.
Che succede alle informazioni che perdiamo? E’ un questione di TEMPO!
A scoprirlo è stato Hermann Ebbinghaus, intorno al 1885, che ha teorizzato gli studi sulla curva dell’oblio.
Ha memorizzato sillabe senza senso e ha provato a ricordarle a distanza di tempo. Nell’asse cartesiano ha inserito la percentuale di sillabe ricordate e il tempo trascorso.
Grazie al suo contributo abbiamo scoperto anche altri due fenomeni presenti se proviamo a ricordare una lista di parole: l’effetto di recenza (recency effect) e l’effetto di priorità (primacy effect). Cioè la memoria è maggiore per i primi elementi e gli ultimi.
Tramite un esercizio pratico, simile a un famoso test che si utilizza nelle valutazioni neuropsicologiche, abbiamo scoperto quanti elementi la nostra mente è in grado di memorizzare in breve tempo e quali criteri ci fanno ricordare meglio le informazioni.
Abbiamo parlato anche di disturbi della memoria e di come è importante dai 50 anni in su prevenire le demenze.
Per immedesimarci con le emozioni che provano i pazienti con questi problemi le abbiamo vissute di persona immedesimandoci in una storia carica di stati emotivi, confusione e mistero.
Ecco qualche momento della serata di ieri: “Memento” alla scoperta della memoria. E’ sempre bello vedere tanti partecipanti attenti e pronti a mettersi in gioco. Grazie per questo bel momento di condivisione!
Dott.ssa Ivana Maltese
Psicologa
Specializzata in Neuropsicologia Clinica